
Per la neo-mamma, la nascita del bambino può suscitare una cascata di emozioni intense e contrastanti, che vanno dall’eccitamento e gioia, fino ad attacchi di rabbia e ansia, ma può anche sfociare in qualcosa che non ci si aspetta, come la depressione post-partum. La depressione post-partum è una condizione psicologica che colpisce molte neo-mamme nei primi mesi successivi al parto.
Non si tratta solo di “baby blues” o di una tristezza passeggera, ma di una forma più grave di depressione che può durare settimane o mesi, influenzando profondamente la capacità della madre di prendersi cura di sé stessa e del neonato. Le cause della depressione post-partum possono includere cambiamenti ormonali, fattori psicologici e ambientali, e la mancanza di supporto sociale. Riconoscere i sintomi precocemente è molto importante e fondamentale per cercare aiuto per la salute della madre e del bambino.
Angoscia, senso di colpa, solitudine: la depressione post-partum porta con sé una spirale di stati d’animo difficili da esternare. Il periodo della gravidanza e del post-partum è un momento di grande vulnerabilità per la donna. Fin dal concepimento infatti si verificano una serie di cambiamenti non solo esterni, ma soprattutto interni. Per questo motivo la gravidanza viene considerata un’esperienza di “crisi”, in cui la donna acquisirà una nuova organizzazione psichica.
“BABY BLUES” O STATO DEPRESSIVO?
Quando il malessere di una mamma è passeggero si parla di Baby Blues. Il termine “Baby blues” è stato coniato dal pediatra e psicoanalista inglese Donald Winnicott per definire i sintomi leggeri di depressione che spesso vive la donna nei primi giorni dopo il parto. Generalmente tende a risolversi spontaneamente entro circa due settimane. Questo stato di malessere passeggero è caratterizzato da umore instabile, crisi di pianto, stanchezza e tristezza, che tuttavia non alterano la capacità della donna di prendersi cura del proprio bambino.
E’ uno stato fisiologico che non deve spaventare e che è legato ai rapidi processi di adattamento ormonale e psichico che la donna sperimenta nelle prime settimane dopo il parto. Come descrive lo psichiatra e psicoanalista Daniel Stern, la nascita di un figlio è associata alla nascita psicologica della madre che deve trovare uno spazio mentale non solo per il bambino, ma anche per una nuova identità personale. Questo cambiamento identitario, così come i cambiamenti ormonali, confondono e spaventano la donna che spesso sperimenta sensazioni di perdita di sé e dei propri riferimenti.
Nel caso del Baby Blues, trattandosi come detto di uno stato di malessere fisiologico e passeggero, non serve rivolgersi a uno specialista. Il sostegno e il supporto alla mamma da parte del partner e delle persone a lei vicine aiutano la donna, in questi giorni, a sentirsi meno sola e a ritrovare uno stato di benessere.
A volte queste sensazioni diventano un vuoto (vuoto del figlio che si è partorito, vuoto di se stesse) che si riempie di solitudine e angoscia slatentizzando fragilità psichiche e strutturandosi in una depressione post-partum. La depressione post-partum è un disturbo più duraturo che si manifesta 4-6 settimane dopo il parto e che necessita di attenzione e aiuto da parte di specialisti.
Durante la depressione post-partum, la donna sperimenta umore depresso, perdita di interesse e piacere, ridotte energie, perdita di fiducia e autostima, sensi di colpa eccessivi, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno e dell’appetito. Questo malessere profondo porta spesso a un distacco affettivo della mamma dal suo bambino e alla dolorosa incapacità di interpretare i suoi segnali e prendersi cura di lui. Le ricadute che questo ha sullo sviluppo della relazione madre-bambino e sullo stile di attaccamento influenza la crescita psico-affettiva del bambino.
Quando si sospetta di essere nel pieno di una depressione post-partum, è fondamentale rivolgersi quanto prima a specialisti qualificati (psicoterapeuta e psichiatra) riconoscendone precocemente i segnali. Anche in questo caso, durante la fase di depressione post-partum, il supporto del partner e la rete di supporto sociale sono elementi fondamentali per accompagnare la donna in questo percorso sostenendola e facilitandone la richiesta di aiuto.
DEPRESSIONE POST-PARTUM SINTOMI
I sintomi sono diversi e dipendono dal tipo di depressione post-parto.
I sintomi del cosiddetto baby blues, che dura solo pochi giorni fino ad un massimo di una o due settimane, possono includere:
- Sbalzi d’umore;
- Ansia;
- Tristezza;
- Irritabilità;
- Pianto;
- Cali di concentrazione;
- Disturbi del sonno.
Quando si va incontro ad una vera e propria depressione post-partum, i sintomi possono essere simili a quelli della depressione maggiore e possono essere tali da interferire anche con la capacità di prendersi cura del bambino, o nella gestione di altre attività.
Nel dettaglio, i sintomi della depressione post partum possono comprendere:
- Perdita di appetito o iperfagia;
- Insonnia o ipersonnia;
- Mialgie e mal di testa;
- Irritabilità intensa e rabbia;
- Pesante stanchezza;
- Perdita di interesse verso il sesso;
- Perdita di entusiasmo per la vita;
- Sentimenti di vergogna, sensi di colpa e di inadeguatezza;
- Severi sbalzi d’umore;
- Difficoltà di legame verso il proprio bambino;
- Isolamento dalla famiglia e dagli amici;
- Pensieri di farsi male o far male al bambino.
La depressione post-parto, se non viene trattata, può durare anche mesi o più a lungo.
PREVENIRE E TRATTARE LA DEPRESSIONEPOST-PARTUM

È scientificamente comprovato che la depressione è un disturbo prevenibile, diventa estremamente importante implementare azioni integrate fra diversi settori e a diversi livelli per favorire l’inclusione sociale e garantire il coinvolgimento dell’intera comunità.
La depressione post-partum, se non riconosciuta e trattata, interferisce con le abilità della donna di instaurare un interscambio di comportamenti e di emozioni con il suo bambino e con l’attaccamento, capaci di prevenire le conseguenze negative a lungo termine sullo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo del bambino.
Per evitare questa atmosfera stressante è utile agire fin dal momento della gravidanza e cercare di far sentire le donne sicure e tranquille. Chiaramente è necessario che la maternità sia una scelta consapevole e libera, e non un’imposizione. Rispettando le fasi naturali della gravidanza e della maternità le madri riusciranno a vivere più tranquillamente questo momento. È importante, dunque, che non venga interrotta la connessione fra madre e figlio. In questo legame intervengono alcuni neurotrasmettitori – come l’oxitocina – che aiutano a regolare lo stress e diversi disturbi psicologici. Permettere la vicinanza con il neonato e l’allattamento, dunque, sono alcuni degli accorgimenti che possono evitare che si soffra di depressione post-parto.
Questo processo va eseguito attraverso l’aiuto dei medici che devono proteggere le fasi del parto ma anche permettere l’allattamento e il contatto con il bambino. Vanno evitati, inoltre, gli interventi inutili come spesso avviene nel caso dell’utilizzo di cesarei innecessari. Anche a livello sociale e lavorativo le donne dovrebbero essere supportate, attraverso la rimozione, ad esempio, degli ostacoli legati ai congedi parentali. È necessario non lasciare la donna in uno stato di isolamento senza però stressarla.
Tuttavia, nel caso in cui si presenti la depressione post-parto, il primo passo fondamentale è quello di diagnosticare il disturbo. Innanzitutto è necessario ripristinare le condizioni naturali per permettere la maternità, ad esempio evitando di smettere di allattare o raccomandando il contatto della pelle fra madre e figlio, misure che aiutano ad aumentare i livelli di oxitocina.
La madre non va lasciata sola ma va appoggiata dal partner, dalla famiglia e dagli amici.
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